“I will be a genius... Perhaps I'll be despised and misunderstood, but I'll be a genius, a great genius."
Dalí attira interesse su di sé con i suoi modi da eccentrico dandy. Porta i capelli e le basette lunghe, e si veste con giacche, calze lunghe e calzoni alla zuava come gli esteti inglesi alla moda della fine del XIX secolo. Era un abile disegnatore tecnico, ma è celebre soprattutto per le immagini suggestive e bizzarre delle sue opere surrealiste. Il suo peculiare tocco pittorico è stato spesso attribuito all'influenza che ebbero su di lui i maestri del Rinascimento.
Realizzò la sua opera più famosa, La persistenza della memoria nel 1931. Il talento artistico di Dalí ha trovato espressione in svariati ambiti, tra cui il cinema, la scultura e la fotografia, e lo ha portato a collaborare con artisti di ogni tipo.
Faceva risalire il suo "amore per tutto ciò che è dorato ed eccessivo, la mia passione per il lusso e la mia predilezione per gli abiti orientali"[3] ad una auto-attribuita "discendenza araba", sostenendo che i suoi antenati discendevano dai Mori.
Dalí fu un uomo dotato di una grande immaginazione ma con il vezzo di assumere atteggiamenti stravaganti per attirare l'attenzione su di sé. Tale comportamento ha talvolta irritato coloro che hanno amato la sua arte tanto quanto ha infastidito i suoi detrattori, in quanto i suoi modi eccentrici hanno in alcuni casi catturato l'attenzione del pubblico più delle sue opere.
interview : Salvador Domingo Felipe Jacinto Dalí Domènech
“i am my bother” - Suo fratello maggiore, anch'egli di nome Salvador (nato il 12 ottobre 1901), era morto a causa di una meningite nove mesi prima, il 1º agosto 1903. All'età di cinque anni Dalí viene condotto sulla tomba del fratello dai genitori, che gli dicono che lui è la sua reincarnazione, idea della quale finisce per convincersi. Di suo fratello Dalí dice :"Ci somigliavamo come due gocce d'acqua, ma rilasciavamo riflessi diversi." "Probabilmente lui era una prima versione di me, ma concepito in termini assoluti".
Dalí frequenta una scuola d'arte. Nel 1919 (durante una vacanza a Cadaqués) scopre la pittura moderna.
“my aunt is my mother”- Nel febbraio 1921 la madre di Dalí muore per un tumore al seno. Dalí ha sedici anni; in seguito dirà che la morte della madre "È stata la disgrazia più grande che mi sia capitata nella vita. La adoravo... Non potevo rassegnarmi alla perdita di una persona su cui contavo per rendere invisibili le inevitabili imperfezioni della mia anima."Dopo la sua morte il padre sposa la sorella della moglie scomparsa. Dalí non si risente per le nuove nozze, perché ama e rispetta molto la zia.
Nel 1922 Dalí va a vivere nella Residencia de Estudiantes di Madrid e studia all'Academia de San Fernando (Accademia di belle arti). Sono i suoi dipinti, nei i quali mostra di accostarsi al cubismo, a guadagnargli in effetti l'attenzione dei suoi compagni di corso.
Dalí si accosta anche al movimento dadaista, che continuerà ad influenzare il suo lavoro per tutta la sua vita
Nel 1926 Dalí viene espulso dall'Academia, poco prima di sostenere gli esami finali, poiché afferma che nessuno in quell'istituto è abbastanza competente per sottoporre ad esame uno come lui.
Egli assorbe influssi da moltissimi stili artistici diversi, spaziando dalla pittura classica all'avanguardia più estrema.Tra le influenze in stile classico artisti come Raffaello, Bronzino, Francisco de Zurbaran, Vermeer e Velázquez. Si serve sia di tecniche classiche che moderne, talvolta impiegandole in opere separate, talvolte usandole tutte nello stesso dipinto.
I baffi di Dalí- si fa crescere dei vistosi baffi, ispirato da quelli del grande maestro del Seicento spagnolo Diego Velázquez. I baffi finiranno per diventare un tratto inconfondibile e caratteristico del suo aspetto per il resto della vita.
Il simbolismo: Nel suo lavoro Dalí si è ampiamente servito del simbolismo. Ad esempio, il simbolo caratteristico degli "orologi flosci" apparso per la prima volta in La persistenza della memoria si riferisce alla teoria di Einstein che il tempo è relativo e non qualcosa di fisso. L'idea di servirsi degli orologi in questo modo venne a Dalí mentre in una calda giornata d'agosto osservò un pezzo di formaggio Camembert che si scioglieva e gocciolava.
Quella dell'elefante è un'altra delle immagini ricorrenti nelle opere di Dalí. Comparve per la prima volta nell'opera del 1944 Sogno causato dal volo di un'ape intorno a una melagrana un attimo prima del risveglio. L'elefante, ispirato al piedistallo di una scultura di Gian Lorenzo Bernini che si trova a Roma e rappresenta un elefante che trasporta un antico obelisco viene ritratto con le "lunghe gambe del desiderio, con molte giunture e quasi invisibili" e con un obelisco sulla schiena.
Grazie all'incongrua associazione con le zampe sottili e fragili, questi goffi animali, noti anche per essere un tipico simbolo fallico, creano un senso di irrealtà. "L'elefante rappresenta la distorsione dello spazio" ha spiegato una volta Dalí, "le zampe lunghe ed esili contrastano l'idea dell'assenza di peso con la struttura.""Dipingo immagini che mi riempiono di gioia, che creo con assoluta naturalezza, senza la minima preoccupazione per l'estetica, faccio cose che mi ispirano un'emozione profonda e tento di dipingerle con onestà.
L'uovo è un'altra delle immagini tipiche di cui si serviva Dalí. Associa all'uovo il periodo prenatale e intrauterino, usandolo per simboleggiare la speranza e l'amore; l'uovo compare ad esempio ne Il grande masturbatore e ne La metamorfosi di Narciso. Nelle sue opere compaiono inoltre varie specie animali: le formiche rappresentano la morte, la decadenza e uno smisurato desiderio sessuale; la chiocciola è in stretta connessione con la testa umana (la prima volta che incontrò Sigmund Freud Dalí aveva visto una chiocciola su una bicicletta appoggiata fuori dalla sua casa), mentre le locuste sono per lui un simbolo di distruzione e paura.
attività al di fuori della pittura: Dalí fu un artista molto versatile. Alcune delle sue opere più celebri sono sculture o altro tipo di installazioni, e si distinse anche per i suoi contributi al teatro, alla moda, alla fotografia e altre discipline.
Dalí frequenta una scuola d'arte. Nel 1919 (durante una vacanza a Cadaqués) scopre la pittura moderna.
“my aunt is my mother”- Nel febbraio 1921 la madre di Dalí muore per un tumore al seno. Dalí ha sedici anni; in seguito dirà che la morte della madre "È stata la disgrazia più grande che mi sia capitata nella vita. La adoravo... Non potevo rassegnarmi alla perdita di una persona su cui contavo per rendere invisibili le inevitabili imperfezioni della mia anima."Dopo la sua morte il padre sposa la sorella della moglie scomparsa. Dalí non si risente per le nuove nozze, perché ama e rispetta molto la zia.
Nel 1922 Dalí va a vivere nella Residencia de Estudiantes di Madrid e studia all'Academia de San Fernando (Accademia di belle arti). Sono i suoi dipinti, nei i quali mostra di accostarsi al cubismo, a guadagnargli in effetti l'attenzione dei suoi compagni di corso.
Dalí si accosta anche al movimento dadaista, che continuerà ad influenzare il suo lavoro per tutta la sua vita
Nel 1926 Dalí viene espulso dall'Academia, poco prima di sostenere gli esami finali, poiché afferma che nessuno in quell'istituto è abbastanza competente per sottoporre ad esame uno come lui.
Egli assorbe influssi da moltissimi stili artistici diversi, spaziando dalla pittura classica all'avanguardia più estrema.Tra le influenze in stile classico artisti come Raffaello, Bronzino, Francisco de Zurbaran, Vermeer e Velázquez. Si serve sia di tecniche classiche che moderne, talvolta impiegandole in opere separate, talvolte usandole tutte nello stesso dipinto.
I baffi di Dalí- si fa crescere dei vistosi baffi, ispirato da quelli del grande maestro del Seicento spagnolo Diego Velázquez. I baffi finiranno per diventare un tratto inconfondibile e caratteristico del suo aspetto per il resto della vita.
Il simbolismo: Nel suo lavoro Dalí si è ampiamente servito del simbolismo. Ad esempio, il simbolo caratteristico degli "orologi flosci" apparso per la prima volta in La persistenza della memoria si riferisce alla teoria di Einstein che il tempo è relativo e non qualcosa di fisso. L'idea di servirsi degli orologi in questo modo venne a Dalí mentre in una calda giornata d'agosto osservò un pezzo di formaggio Camembert che si scioglieva e gocciolava.
Quella dell'elefante è un'altra delle immagini ricorrenti nelle opere di Dalí. Comparve per la prima volta nell'opera del 1944 Sogno causato dal volo di un'ape intorno a una melagrana un attimo prima del risveglio. L'elefante, ispirato al piedistallo di una scultura di Gian Lorenzo Bernini che si trova a Roma e rappresenta un elefante che trasporta un antico obelisco viene ritratto con le "lunghe gambe del desiderio, con molte giunture e quasi invisibili" e con un obelisco sulla schiena.
Grazie all'incongrua associazione con le zampe sottili e fragili, questi goffi animali, noti anche per essere un tipico simbolo fallico, creano un senso di irrealtà. "L'elefante rappresenta la distorsione dello spazio" ha spiegato una volta Dalí, "le zampe lunghe ed esili contrastano l'idea dell'assenza di peso con la struttura.""Dipingo immagini che mi riempiono di gioia, che creo con assoluta naturalezza, senza la minima preoccupazione per l'estetica, faccio cose che mi ispirano un'emozione profonda e tento di dipingerle con onestà.
L'uovo è un'altra delle immagini tipiche di cui si serviva Dalí. Associa all'uovo il periodo prenatale e intrauterino, usandolo per simboleggiare la speranza e l'amore; l'uovo compare ad esempio ne Il grande masturbatore e ne La metamorfosi di Narciso. Nelle sue opere compaiono inoltre varie specie animali: le formiche rappresentano la morte, la decadenza e uno smisurato desiderio sessuale; la chiocciola è in stretta connessione con la testa umana (la prima volta che incontrò Sigmund Freud Dalí aveva visto una chiocciola su una bicicletta appoggiata fuori dalla sua casa), mentre le locuste sono per lui un simbolo di distruzione e paura.
attività al di fuori della pittura: Dalí fu un artista molto versatile. Alcune delle sue opere più celebri sono sculture o altro tipo di installazioni, e si distinse anche per i suoi contributi al teatro, alla moda, alla fotografia e altre discipline.